Linfedema

Vediamo quali sono le cause che portano all'accumulo di linfa nei tessuti e i trattamenti più efficaci

rimedi cellulite

Il linfedema è una patologia caratterizzata dall’accumulo di linfa nei tessuti.

La stasi linfatica è riconducibile ad una compromissione del sistema linfatico, il cui compito è quello di drenare la linfa e rimuovere le sostanze tossiche nel corpo o ad un aumentato carico linfatico.

La linfa ha delle vie di deflusso, ossia i vasi linfatici e delle stazioni linfonodali (linfonodi) in cui viene filtrata e depurata prima di venire reimmessa nel circolo sanguigno.

Cause del Linfedema Primario e Secondario

linfedema gambe

Esistono diverse cause che possono scatenare il linfedema. Vediamole nel dettaglio

Edema linfatico primario

In questo caso, la causa è riconducibile ad un’anomalia congenita del sistema linfatico, colpisce prevalentemente il sesso femminile e può essere a sua volta classificato in 3 varanti a seconda dell’età in cui si manifesta:

Linfedema primario congenito

Rappresenta il 10-15% delle casistiche e si manifesta già al momento della nascita colpendo prevalentemente gli arti inferiori, i soggetti colpiti hanno un sistema linfatico insufficiente o addirittura assente nella zona colpita, questa malattia prende il nome di Milroy.

Linfedema primario precoce

Il linfedema primario precoce rappresenta la variante più diffusa, tanto da riguardare circa il 65/80% dei casi. Ancora una volta colpisce prevalentemente il sesso femminile, durante la pubertà.

Linfedema primario tardivo

Il linfedema tardivo tende a manifestarsi dopo i 35 anni di età.

Edema linfatico secondario

Il linfedema secondario è il più comune e si manifesta in seguito a patologie, traumi o interventi chirurgici che danneggiano il sistema linfatico.

L’esempio più banale è quello che si manifesta dopo una distorsione o un intervento chirurgico, sovente si manifesta per problematiche oncologiche, come ad esempio il carcinoma mammario, quando vengono rimossi alcuni linfonodi.

Sintomi del Linfedema: Gonfiore, alterazioni cutanee e difficoltà di movimento

Il sintomo più evidente è il gonfiore dell’arto coinvolto, dovuto all’accumulo di linfa nei tessuti, che porta all’aumento di volume del distretto e di conseguenza a difficoltà nel movimento.

Tra i sintomi più frequenti di linfedema possiamo menzionare:

  • percezione di gonfiore o pesantezza,
  • calore,
  • rossore
  • prurito dell’arto
  • la pelle può presentare alterazioni di colore (discromie) oltre a risultare tesa e generare prurito.

Questi sono sintomi e segnali generici, nello specifico possiamo avere una migliore distinzione con la tabella qua sotto che elenca i 4 stadi del linfedema:

Stadio del Linfedema Descrizione dello Stadio
Stadio I a Nessun segno evidente ( i test della fovea ed il pinching, cosi come Stemmer risultano negativi)
Linfoscintigrafia o Linfofluoroscopia Positivi
La persona potrebbe riferire una sensazione di pesantezza, gonfiore, affaticamento agli arti coinvolti
Stadio I b Caratterizzato da Edema reversibile, fluttuante (compare e scompare nell’arco del tempo)
Il linfedema è molle e il test della Fovea risulta positivo (resta il segno)
Potremmo riscontrare alterazioni dei tessuti.

ATTENZIONE!! Questa fase è la migliore per intervenire con protocolli intensivi di attacco all’edema linfatico, non bisogna perdere tempo con le terapie e il paziente deve avere piena consapevolezza di quanto la sua collaborazione attiva sia fondamentale.
Il bendaggio è l’elemento determinate associato a sedute di drenaggio linfatico manuale, il solo linfodrenaggio non è sufficiente.
Nella fase di attacco all’edema il bendaggio permette di ridurre il volume dell’arto. Nella fase di mantenimento invece, sarà possibile rimuovere il bendaggio e ricorrere all’utilizzo di calze compressive, manicotti e guanti.
Stadio II Da qui la condizione diviene irreversibile.
Possiamo rilevare un segno di Stemmer positivo (rimane una plica cutanea ispessita sulla prima falange del secondo dito)
Il test della fovea progressivamente tenderà a risultare negativo a causa della proliferazione dei tessuti
Con maggiore probabilità rispetto allo stadio Ib troveremo alterazioni del tessuto
Stadio III Lo stadio più evoluto e organizzato, meglio noto come elefantiasi
Le alterazioni dei tessuti sono molto evidenti e strutturate, portando quindi ad un edema duro, test della fovea negativo
Potremmo avere delle fuoriuscite di linfa dalla cute (linforrea) o potrebbero crearsi delle fistole linfatiche

Ricerche recenti dimostrano che agli stadi iniziali (I a e Ib), sottoponendosi a tre sedute settimanali, seguite da compressione tutto il giorno per un mese, il linfedema difficilmente evolverà agli stadi successivi e potrebbe addirittura non manifestarsi più.

Bisognerebbe sottoporsi a questo ciclo terapeutico, due volte all’anno, possibilmente prima dei periodi più caldi.

Il linfedema prevede diverse alterazioni cutanee, proprio per la cattiva vascolarizzazione dell’arto. Potremo quindi riscontrare ipercheratosi, iperpigmentazione fino alla forma più grave, nota come elefantiasi, ossia il linfedema alla gamba evolve al punto da farla somigliare all’arto di un elefante.

Diagnosi del Linfedema

La diagnosi del linfedema viene effettuata attraverso l’anamnesi (specifica per il linfodrenaggio) e l’esame clinico.

I Test specifici in caso di Linfedema

Pinching Test (Test della plica)

linfedema arti inferiori

Nella foto qua sopra possiamo vedere il Pinching test svolto su un linfedema alle gambe (nella foto l’arto destro del paziente è positivo e quello sinistro negativo)

Durante questa analisi il Massaggiatore Medico afferra e solleva la plica cutanea più sottile possibile. In base allo spessore della plica, viene identificato il livello del linfedema e di conseguenza le manovre di drenaggio linfatico che sarà necessario utilizzare.

Questo test è fondamentale per identificare con chiarezza i segmenti coinvolti e di conseguenza pianificare il trattamento da svolgere. Andrà effettuato in tutte le aree contigue all’edema per capire fino a dove si estende.

Il test della Fovea

LINFEDEMA

Nell’immagine qua sopra, possiamo vedere il test della fovea applicato ad un linfedema degli arti inferiori. Nello specifico tra i vari linfedemi, quello in foto è uno stadio acuto successivo ad intervento chirurgico, quindi un linfedema acuto post-chirurgico.

Per comprendere cos’è il test della fovea (o test della scodella), abbiamo creato questo video:

Per sua definizione, la pressione applicata dal terapista sarà progressiva e mantenuta per 10 secondi. Se rimane il segno del pollice, il test è positivo ed indica un linfedema ricco di proteine.

Il Segno di Stemmer

edema linfatico

Il segno di Stemmer è un test che viene condotto in caso di edema linfatico, sollevando la plica di cute a livello della prima falange (ossia la parte di dito più vicino al piede) del secondo dito (vedi foto in caso di dubbi).

A volte già visivamente possiamo intuire che sia positivo, già solo per la piega che si crea tra dito e dorso del piede. Tornando alla tabella con gli stadi del linfedema, possiamo intuire che questo test è caratteristico in caso di linfedema cronico.

Esami strumentali

Esistono poi alcuni esami strumentali che permettono di valutare la funzionalità del sistema linfatico, come ad esempio la linfoscintigrafia o meglio ancora linfofluoroscopia, molto più recente e meno costosa da svolgere (oltre ad essere molto meno invasiva, non essendo radioattiva).

Per vedere un bellissimo video di una linfofluoroscopia in dinamica, ho allegato questo video:)

Trattamento del linfedema

A livello terapeutico, il drenaggio linfatico manuale (o linfodrenaggio) è il trattamento ideale.

Con questa azione manuale, il Massaggiatore Medico sposterà meccanicamente la linfa nelle sue vie di deflusso, il sistema linfatico aumenterà di riflesso forza e frequenza di contrazione, riducendo la stasi di liquidi.

Oltre alle manovre manuali, è fondamentale adottare la compressione, inizialmente tramite bendaggio e successivamente con manicotti o calze compressive, cosi da mantenere i benefici delle terapie fisiche.

Il bendaggio linfatico per il trattamento dei linfedemi prevede l’utilizzo di diversi materiali, motivo per cui prende il nome di bendaggio multistrato.

Ricapitolando, il trattamento manuale di un linfedema prevederà due fasi:

1° FASE ATTACCO AL LINFEDEMA In questa fase le sedute di drenaggio linfatico manuale devono essere ravvicinate e si ricorre al bendaggio compressivo (vedi foto qua sopra) per ridurre il più possibile il volume dell’arto;
2° FASE CONTENIMENTO DEL LINFEDEMA Ora che il volume dell’arto coinvolto (o degli arti) si è stabilizzato, è possibile applicare un manicotto nel caso di linfedema al braccio, o una calza compressiva se abbiamo un linfedema alla gamba, fatto su misura possibilmente, così da rendere più agevole la compressione e rendere il paziente più autonomo.

Conclusioni

Con questo articolo abbiamo cercato di far capire quanto il linfedema sia una patologia evolutiva e degenerativa, ma anche far comprendere quanto, con una corretta presa a carico, è possibile frenare la sua evoluzione.

Proprio per questo è importante affidarsi a personale sanitario formato adeguatamente.

Consiglio di riferirsi ad associazioni specifiche presenti sul territorio.

In Svizzera abbiamo Lympho Suisse;

In Italia si possono trovare informazioni su Italf (Italian Lymphoedema Framework)

Personalmente, oltre alla formazione base da Massaggiatore Medico, ho avuto la fortuna di apprendere da Didier Tomson del CHUV di Losanna, le ultime manualità ed evidenze nel trattamento del linfedema e del lipedema.

Per fissare la tua prima seduta in Obiettivo Salute, clicca qua sotto

federico petitto Ultimo aggiornamento:
29/11/2023
Autore: Federico Petitto
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Tecnico Avanzato Pancafit
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